Fase di intervento 2

La seconda fase di intervento è segnatamente finalizzata al raggiungimento dell’Obiettivo Specifico 2, ovverosia l’applicazione a scopo dimostrativo di un modello d’intervento tecnologico e procedurale in materia di smart lighting/street e smart city platform.

La rete di illuminazione pubblica (IP) gioca un ruolo significativo nella gestione di una serie di servizi urbani: monitoraggio del traffico, info-mobilità, gestione mobilità elettrica, monitoraggio della qualità dell’aria, sicurezza, interattività sociale. Di fatto i lampioni diventano hub urbani sensoriali in grado di fornire in tempo reale informazioni sulle esigenze degli utenti consentendo l’erogazione dinamica dei servizi. In tal modo la rete dell’IP diventa lo scheletro digitale della Città, consentendo abbattimenti dell’energia consumata impossibili con approcci parziali e il contemporaneo abbattimento dei costi della rete infrastrutturale in quanto condivisa da diverse applicazioni. In questo approccio, si parla di smart lighting in quanto la sola definizione di rete di illuminazione intelligente (smart lighting) appare riduttiva.

Gli Smart Services sono sistemi integrati nella infrastruttura di illuminazione pubblica (apparecchio, palo, linea elettrica, ecc.) non solo in supporto alla gestione della stessa illuminazione ma per l’ottenimento di molte altre funzionalità (mobilità, ambiente, sicurezza). Questo permette lo sviluppo di un sistema più ampio di osservazione e controllo del territorio e la fornitura di un insieme di servizi al cittadino, all’amministrazione, al gestore dell’impianto, alla comunità. Lo sviluppo di servizi, relativi al traffico e alla mobilità urbana, alle condizioni climatiche, all’inquinamento, ai flussi pedonali e l’interazione tra più “smart street” sono la base delle cosiddette Smart Cities.

Il governo delle città, così come la programmazione e gestione dei servizi sul territorio ed il coinvolgimento dei cittadini nella cosa pubblica richiedono in maniera crescente una conoscenza della realtà dei fenomeni in corso, siano essi di natura ambientale e sociale o legati alle infrastrutture energetiche, di trasporto, per citarne alcune.

Tale conoscenza può essere ricavata dall’interpretazione di una consistente mole di dati recuperati direttamente dal tessuto urbano tramite sensori e reti di sensori ma anche da sistemi di gestione di servizi e dall’interazione dei cittadini, ad esempio tramite app.

I dati della città sono solitamente raccolti e gestiti da diverse applicazioni software, soluzioni verticali, che insistono in contesti applicativi specifici (es. mezzi di pubblici, posteggi, reti elettriche, rete idrica, mense scolastiche, monitoraggio ambientale, ecc).

Ognuna di queste soluzioni verticali gestisce i propri dati in maniera autonoma, recuperandoli dalla propria rete (di sensori o altri dispositivi), definendo proprie regole per la loro rappresentazione e archiviazione, per poi offrire propri servizi all’utente.

L’obiettivo che ci si è posti è quello di poter abilitare la comunicazione con una moltitudine di attori che parlano lingue diverse, e di interpretare dati eterogenei in maniera corretta, senza ambiguità, pur mantenendo le soluzioni tecnologiche esistenti (ovvero l’interoperabilità).

A tale scopo sono state definite:

–           un insieme di specifiche (Smart City Platform Specification, SCPS) per adottare un linguaggio comune tra soluzioni eterogenee;

–           un prototipo di piattaforma su scala cittadina/distrettuale (Smart City Platform, SCP) per il recupero di dati dalle differenti soluzioni presenti nella città;

–           un prototipo di piattaforma su scala nazionale (inter-Smart City Platform, iSCP) per permettere lo scambio di dati con le differenti Smart City e per comunicare con altre piattaforme nazionali.

Oltre ad essere un potente strumento per monitorare la città, con un cruscotto unificato, il valore aggiunto nell’uso di questa metodologia, basata sulle specifiche SCPS, è quello di avere un insieme di dati armonizzati; in altre parole, chi utilizzerà questi dati, sia esso un servizio per i cittadini o una soluzione verticale, potrà farlo utilizzando il linguaggio comune (formato, protocollo e interfacce comuni).

La seconda fase di progetto partirà degli interventi programmati nel Piano Operativo della Città di Palermo sul PON Metro di smart lighting e/o smart street e riqualificazione tradizionale. Il gruppo di lavoro di MOD-ENERGY provvederà sostanzialmente ad accompagnare i tecnici dell’amministrazione comunale nell’applicazione dei concetti e nei principi propri dell’approccio smart street ovverosia nell’applicazione degli standard di interoperabilità sui quali la comunità tecnico-scientifica internazionale sta lavorando.

Nel corso dell’applicazione dimostrativa verrà inoltre allacciato il sistema di illuminazione alla Piattaforma PELL che ENEA ha sviluppato. Il PELL (che sta per Public Energy Living Lab) è un sistema di gestione messo a punto dall’ENEA per monitorare e rendere trasparenti i consumi nell’illuminazione pubblica; in particolare il sistema PELL consente di programmare interventi di efficientamento che applicati agli 11mila punti luce pubblici a livello nazionale che si stima porteranno a risparmi fino a quasi 400 milioni di euro l’anno, pari a circa un terzo della bolletta degli 8 mila Comuni italiani per l’illuminazione pubblica. Già in fase di sperimentazione in venti comuni italiani, PELL è stato inserito da CONSIPnella Convenzione “Servizio Luce 4” come strumento di monitoraggio della qualità del servizio di illuminazione pubblica. Di fatto, i fornitori che si aggiudicheranno le gare dovranno compilare e caricare sulla piattaforma PELL la scheda censimento con i dati degli impianti assegnati. L’infrastruttura informatica garantirà così un’attività super partes di monitoraggio dei consumi e di quantificazione dei risparmi conseguiti con gli interventi di riqualificazione messi in campo dagli operatori. Inoltre, nell’applicazione dimostrativa verrà sviluppato un prototipo di smart city platform (SCP).          Ciò avverrà dapprima attraverso la collaborazione con gli uffici di pianificazione ed uffici dei sistemi informativi per identificare i servizi urbani che possono essere sorgenti di informazioni strategiche per la piattaforma smart city urbana. Il percorso è realizzato attraverso la metodologia “urban checkup model” ed è sviluppato congiuntamente da ENEA e dai referenti urbani per definire i verticali da allacciare alla SCP (es. illuminazione pubblica, smart services, edifici pubblici, mobilità). Successivamente in collaborazione con gli uffici tecnici comunali ICT (e Sistemi Informativi) si procederà alla fase di progettazione della SCP secondo principi di interoperabilità SCPS. Infine, si procederà all’allaccio alla SCP dei verticali applicativi oggetto della sperimentazione e sarà resa operativa la piattaforma SCP cittadina.